Muovere il π is better than perfect.
Vantaggi collaterali di tre mesi di alzatacce, cardio, e Gigi D'Ag.
Ci sono giorni in cui vorrei fare cosΓ¬ tante cose che rischio di non farne nessuna. Mi paralizzo, mi sento confusa: da dove parto? Cosa faccio prima? Il mio cervello mi bombarda di notifiche, talmente numerose e interconnesse, che non riesco a capire cosa Γ¨ piΓΉ urgente, cosβΓ¨ piΓΉ importante. Io dico che Γ¨ perchΓ© ho una vita interessante. Mia madre dice che Γ¨ perchΓ© ho lβADHD.
Diagnosi casalinghe a parte, ho scoperto che la cosa che mi aiuta di piΓΉ a mettere ordine nella mia mente, oltre che nella mia giornata, Γ¨ fare sport. Per stare bene - e non dico da gara, dico bene - ho bisogno di fare qualcosa tutti i giorni. Qualcosa - non per forza sforzi hardcore, tipo rugby subacqueo o calisthenics bendata. Ma qualcosa devo farlo: altrimenti divento una versione di me stessa che, secondo la mia opinione che peraltro condivido, non frequenterei.
Certo, non sono sempre stata costante come avrei voluto (e dovuto). E questo per una ragione su tutte: mi sono auto-raccontata un sacco di balle. La piΓΉ ricorrente? Che non avevo tempo. PerchΓ© le prioritΓ esterne erano sempre altre, e piΓΉ urgenti, piΓΉ importanti: il lavoro, la vita sociale, dormire per gestire gli effetti della vita sociale.
Ma ad un certo punto di questa primavera, mi sono stancata delle mie stesse psico-trappole. PerchΓ© ho finalmente capito che se rinuncio a fare sport per vedere la Chiara, poi perΓ² dalla Chiara ci arrivo scazzata come Maria Antonietta al primo scalino del patibolo, allora soffro di un altro disturbo che mia madre potrΓ facilmente diagnosticare: sono una cogliona.

Allora, da un poβ di tempo a questa parte ho fatto un voto: fare sport tutti i giorni. No matter what, cascasse il mondo. E per tenere fede a questa promessa, dopo anni di rifiuto, ho iniziato ad allenarmi addirittura la mattina presto.
Per me, Γ¨ un piccolo miracolo. PerchΓ© mi hanno detto tante volte che fare sport prima che la giornata inizi mi avrebbe svoltato la vita. Ma io non ci credevo - per la malattia di cui sopra: no, non lβADHD, bensΓ¬ la coglionite. Ma adesso che lβho capito anche io, alla buonβora, quando alle 7 di mattina vado a crossfit con la mia graziella o corro lungo la Dora sudando come una lontra, io mi sento unβeroina, mi sento Rocky in crop top.
Ho poco da tirarmela. Conosco gente ben piΓΉ tosta di me: la mia amica Giulia Lapertosa fissa nella sua agenda almeno unβora di palestra al giorno, βcome fosse il meeting piΓΉ importanteβ che ha e ne ha. Ma non solo: lei ha cominciato a farlo quando si svegliava alle 4 e lavorava tra Roma e Milano - il mio personale riassunto dellβinferno. Eppure ci Γ¨ riuscita.
E ci Γ¨ riuscita grazie a un borsone. SΓ¬: racconta nella nostra ultima intervista che portarsi il borsone delle palestra tutti i giorni - no matter what, cascasse il mondo - lβha aiutata davvero a svoltarla. E poi non ha piΓΉ smesso.
Facile? No.
E neanche per me Γ¨ una figata pazzesca svegliarmi prima quasi ogni mattina. No, la prima cosa che penso quando spengo la sveglia non Γ¨: yeeee, sono entusiasta di prendermi cura della mia salute!
Bensì: no, dai, vado dopo.
Ma vado dopo quando?
Ecco io questa domanda sono capace di ripetermela, come un cilicio mentale, quando va bene finchΓ© non riesco finalmente a fare sport e la smetto. O quando va male finchΓ© non ci vado il giorno dopo. CosΓ¬, corro il rischio sprecare ore a immaginare me stessa che va ad allenamento (e tutti gli ostacoli che dovrΓ² evitare tra aperitivi, una chiamata dellβultimo, un divano), come in una versione craccata di The Sims - ma con le proteine.
Pensavo di essere lβunica a s-ragionare cosΓ¬.

Ma scopro che Paolo Nori si fa la stessa domanda. E che anche lui, come la Giulia, ha la sua power move β qua niente borsone, qua scarpe:
βUna cosa strana, di andare a correre, Γ¨ che ti svegli al mattino che hai un pensiero che pensi βVacco mondo, devo andare a correreβ. Poi decidi che prima di tutto fai colazione, e dopo colazione, hai appena mangiato, non puoi andare a correre, βCi vado verso le undiciβ, pensi. Dopo, quando sono le undici, ti viene in mente che devi andare a correre βVacco mondo β ti vien da pensare β devo andare a correreβ. Poi ti chiedi se, piuttosto che andare a correre, non sia meglio lavorare ancora un poβ e poi mangiare e a correre andarci al pomeriggio, magari, e ti rispondi che sΓ¬, Γ¨ meglio. Dopo, quando poi Γ¨ pomeriggio, che ti viene in mente che devi ancora andare a correre, e magari hai finito il lavoro che dovevi fare, la cena Γ¨ ancora lontana, non trovi nessuna ragione per rimandare e pensi βVacco mondo, devo andare a correreβ, e dopo che hai pensato cosΓ¬ ti metti le scarpe per correre, e dopo che ti sei messo le scarpe per correre, Γ¨ fatta. Non devi far piΓΉ nessuna fatica. La cosa piΓΉ difficile non era andare a correre, era mettersi le scarpe per correreβ
Come Γ¨ evidente, con Paolo Nori condivido delle nevrosi. Ma anche lβemilianitΓ . Ma anche che mi piace correre. E nonostante non io abbia ancora mai fatto maratone - perchΓ© la mia crisi esistenziale dei milleninal vorrei incanalarla in altre fisse costose, tipo la ceramica - da quando ho cominciato a correre (nel 2014) ho corso un poβ ovunque. Deserto, circolo polare artico, in centro Milano, sulle coste irlandesi, tra i boschi francesi, sulla spiaggia nudisti di Bygdoy, nel ferrarese.
Ecco, a volte, ho corso proprio per esplorare un poβ i posti nuovi da sola, prima che si svegliassero gli altri. PerchΓ© quel giro - che sia in viaggio o a casa - Γ¨ il momento in cui mi calmo, mi distendo, penso. Il momento in cui risorgo, quello in cui βmi rimetto al mondoβ - in qualsiasi punto del mondo.
Ovviamente, tranne a Parigi.

Al secondo posto dopo la corsa, la cosa che amo di piΓΉ sono le classi di gruppo.
Mi piacciono i corsi di ogni tipo - tranne quelli reputo mi rubino la sala tipo pilates, zumba, o peggio mi sento βposturaleβ. E lo ammetto: a me piace avere qualcuno che mi dice (o che mi grida) cosa fare, che mi spinge oltre il limite che non avrei mai raggiunto da sola, mai, e mi piace anche sudare e/o bestemmiare insieme ad altre persone. Ma soprattutto, dei corsi mi piace il fatto di mollare il telefono del tutto almeno per unβora. O quarantacinque minuti.
Negli ultimi anni allβestero, pur di fare i corsi, mi sono infilata in classi - e quindi in situazioni - di ogni tipo. E visto che viaggiavo per lavoro, questi corsi di gruppo spesso e volentieri li ho fatti nei coworking dove la mia azienda (Techstars) aveva gli uffici.
Pertanto, nellβordine, ho fatto:
classi di functional training in ebraico sul tetto di un grattacielo a Tel Aviv, in mezzo a gente che giustamente faceva aperitivo.
classi di circuiti con pesi, in norvegese, nella palestra di un fiordo mentre fuori nevicava ad Aprile, sentendomi molto bassa e improvvisamente mora.
classi di La Force perchΓ© non cβΓ¨ dubbio che i parigini resistano allβimpulso di tradurre anche Total Body.
Ma per fortuna, squat si dice squat in tutte le lingue del mondo.
E cosΓ¬ non ho mai mollato, neanche allβestero. E, quando non ho avuto scelta, in appartamentini minuscoli e stanze di hotel (o ostelli), ho rispolverato i corsi online a cui mi ero abituata in pandemia.
Ma solo in Italia ho potuto godermi il mio fetish piΓΉ amato: lβacquagym. PerchΓ© solo se capisci la lingua ti godi la lezione e contemporaneamente le lezioni che ti puΓ² impartire un plotone di signore settantenni dβacciaio - io altrimenti mi sarei persa alcune delle cose piΓΉ importanti che io ora so della Vita. Ma anche perchΓ©, in nazioni piΓΉ dispendiose, sarebbe stato un investimento troppo rischioso. Parliamoci chiaro: i corsi di acquagym e come anche i corsi di crossfit costano intorno agli 80\100 euro al mese; ma, se nel caso del crossfit sai per certo che soffrirai male, e quindi che la spesa equivale alla resa in unβottica sportiva sadomasochista, nel caso di aquagym invece soffrirai o non soffrirai (e quindi ti dichiarerai soddisfatta o meno) a seconda dellβinsegnante e - come diceva la migliore che ho mai avuto, Eda - βanche la lezione di acquagym piΓΉ costosa, se fatta con la flemma, rischia di diventare una sessione di bidet di gruppoβ.
Ecco, io penso la stessa cosa della vita.Bere, bere, bere. Una cosa che ho dovuto fare in modo diverso. Meno birre e piΓΉ litri di acqua e sali minerali: il mio Γ¨ quello della Conad, 6 euro di certezze. Infatti, cosa Γ¨ cambiato in me in questi ultimi 3 mesi di sport-non-stop?
Incredibilmente, nonostante io abbia saltato solo 5 giorni su 90, nΓ© Gatorade nΓ© Prozis mi hanno invitato per una call conoscitiva in DM.
I miei risultati sono stati altri: spirituali, morali, guarda lasciami dire olistici.1) Si vede che sto meglio, no?
Sto sicuramente meglio: sonno, appetito, cervicale, resistenza durante il giorno energia - mi sembra che tutto funzioni meglio. Ah beh, certo - bonus track non secondaria - dovermi svegliare presto mi obbliga anche a non fare tardi. E questo semplifica molti passaggi. Tuttavia, nonostante il numero di reel sui glutes che ho studiato negli ultimi mesi, io non ho ancora ricevuto una laurea in questo campo. Sbalorditivo. PerΓ², di conseguenza, sul fronte salute e benessere non mi dilungo.
Segnalo solo che, con questa disciplina e della creatina, ho ridotto drasticamente i dolori mestruali.Questi sono i miei braghini da sport preferiti: sono della Vero, ma da quando me li ha prestati non li ha piΓΉ voluti indietro. Credo sia una questione di odori. 2) Come quando fai due burpees in meno, fare sport Γ¨ un esercizio di onestΓ intellettuale.
Ho seguito questo rigore quotidiano, ci sono riuscita e mi sono gasata. Questo voto mi ha portato a vedere coi miei occhi che se muovi il culo ottieni quello che vuoi. O almeno la soddisfazione di averci provato.
Ovvio? No.
PerchΓ© nello sport, come nei miei progetti, io a volte ho un problema con lβessere costante: il giorno in cui le cose mi riusciranno bene - anzi, perfette - per me Γ¨ sempre domani.
Ma cβΓ¨ differenza tra una persona ottimista e una convinta che il futuro sarΓ sempre meglio. Nel primo caso, pensi positivo. Nel secondo caso, pensi e basta - e spesso non fai. Procrastini.
E io, che spesso mi sono sentita la capo ultras di questo secondo gruppo di persone, in questo momento della mia vita non ho piΓΉ tempo e spazio per le esitazioni.
Il momento perfetto Γ¨ oggi. Non Γ¨ perfetto? Non lo vuoi davvero.
Poche balle.[Contributo dellβamico Giulio sul tema: smettere di star lΓ¬ a menarsela, muovere il culo e fare]
3) Non avrΓ² ancora imparato a saltare la corda, ma βva lo stessoβ.
Lβho detto: la ragione principale per cui faccio sport Γ¨ stare bene mentalmente. E se questo vale nella norma, quando sono veramente giΓΉ non cβΓ¨ niente come sudare per tirarmi su. O perlomeno per non tirarmi scema.Infatti, come tutte le persone fatte al 70% di entusiasmo, quando lo perdo sprofondo davvero nel buio. E per rivedere la luce, ricorro ad un particolare rituale sportivo: sudare fuori lβanima con il meglio della Dance italiana anni Novanta e primi Duemila.
Dal profeta Gigi DβAg allβarcangelo Gabry Ponte, passando per monsignor Molella e gli apocrifi Eiffel 65, non cβΓ¨ niente come queste sonoritΓ ancestrali per farmi rinascere. Una reazione chimica e psichica che forse getta nuova luce anche sul mio legame con Torino, una cittΓ che ho scelto, magari anche cosΓ¬, per i grandi re che lβhanno fatta ballare. E con lei tutta lβItalia. E tutto il mondo.
Quando le cose per me si mettono male, trovo riparo in queste playlist - guilty pleasure di molti, orgoglio di pochi.
Purtroppo, nelle ultime settimane ho dovuto ricorrere spesso a questo rituale di sudore e remix. E mentre correvo piΓΉ veloce delle mie ansie, piΓΉ veloce delle mie preoccupazioni, unβilluminazione mi ha folgorata: se andrΓ male con questa storia delle startup, fonderΓ² il mio corso di ginnastica.
Sì di ginnastica, semplicemente di ginnastica.
E lo sogno cosΓ¬: unβora di tortura su base volontaria, allβalba, con una serie cosΓ¬ intensiva di esercizi uno dopo lβaltro da non capire piΓΉ neanche cosa ti fa male, mentre vi esorto con frasi motivazioni prese un poβ da Stefania Andreoli e un poβ da Gomorra con sotto - a cannone - Hit Mania Dance.
Del resto, se muovi il culo, puoi tutto. E chissΓ allora che non sia io un domani ad accogliervi in palestra alle 7:30, dove vi inviterΓ² a lasciare tutti i pensieri fuori - come una sciamana sabauda, come una Jane Fonda delle Langhe - mentre lβinizio di un nuovo giorno verrΓ celebrato dalle note dellβAmour Toujours.
Infine, vi lascio con un promemoria: il voto di fare sport tutti i giorni mi ha obbligata a fare pace col principio di realtΓ per cui ti godi le cose solo se trovi un ritmo sostenibile a cui farle. Non troppo, non troppo poco, dipende da te. E questa idea della sostenibilitΓ del ritmo - e che fare qualcosa ogni giorno Γ¨ meglio che fare il fenomeno una settimana correndo mille chilometri con le all star per avere mille kudos su Strava, farsi saltare un crociato e restare fermo una stagione a dire che altrimenti sarei in nazionale, per dire - mi ha aiutata in questi mesi quando andavo in ansia per la mole di cose che avevo in arretrato (anche) per questo podcast. Non ho imparato a non provare quellβansia, questo no, perΓ² ho imparato a convivere meglio con il sentimento di: con calma, un poβ per volta, ci arriviamo, continua e ci ci arriverai.
Che Γ¨ un poβ quello che mi dice il mio maestro di crossfit, con un misto di pietΓ e divertimento, quando le altre ragazze volteggiano alla sbarra e io non ho ancora imparato a saltare la corda.